Vintage DOC: storie di casa nostra
Esiste un vintage universale, riconoscibile in ogni parte del mondo (o almeno in quasi ogni parte del nostro mondo occidentale), ed esiste un vintage locale, potremmo definirlo a “denominazione d’origine controllata”, rappresentato da oggetti che appartengono alla sfera della memoria e al carattere peculiare di una specifica terra. Una recente visita al Museo Etnografico Ruttar – sorprendente collezione privata situata a Clodig, frazione di Grimacco (Udine) nelle friulane Valli del Natisone ai confini con la Slovenia – ci ha consentito di toccare con mano tante piccole storie di un Friuli di frontiera ormai scomparso.
Sono storie perlopiù raccontate da manufatti semplici, creati per combattere con la miseria e spesso eccezionali anticipatori di tendenze sempre più attuali, come il riciclo. Tra utensili di ogni sorta, attrezzi di mestieri scomparsi, stoviglie e pentolame, ci hanno colpito in modo particolare delle spartane scarpe fatte in casa, come quelle chiodate che aspiravano tuttavia a un minimo di eleganza da Messa della domenica, o come le pantofole di pezza, vere e proprie sfoglie di stracci consunti, ricomposti con pazienza certosina, strappando un po’ di calda comodità dal quasi nulla che si recuperava tra le mura domestiche. Un vintage DOC con il sapore, ritornato di moda, dell’arte d’arrangiarsi.
Immagini del Museo Etnografico Ruttar di Clodig di Grimacco (Udine).