Quando i negozi avevano due ruote

Se dovessi mettere al primo posto una serie di pezzi della collezione MO.VI.SH., non avrei alcun dubbio e sceglierei a colpo sicuro le “magnifiche” biciclette dei mestieri ambulanti. La motivazione è semplice: la capacità di questi oggetti a due ruote di far rivivere un’atmosfera economica e sociale perduta eppure umanissima, quando i centri commerciali e i “poli” artigianali erano itineranti e i servizi si facevano a domicilio. Ce n’è per tutti i gusti: la bicicletta dell’arrotino, la bicicletta del fornaio, la bicicletta del lattaio, le biciclette attrezzate dei contadini, la bicicletta del barbiere, la bicicletta del pollivendolo…

Non è difficile immaginare un mondo in sella, che si levava all’alba e staccava al tramonto, che affrontava strade bianche e si annunciava nei nuovi paesi con cantilene sempre uguali, con slogan collaudati e pittoreschi, creando scorci e atmosfere come quelli che ancora sopravvivono in certi luoghi d’oriente, dove la vita continua a svolgersi lungo le strade e a correre in bicicletta.

Bicicletta-arrotino-vintageÈ commovente, poi, toccare con mano la capacità “teutonica” di organizzazione dell’essenziale di questi veri e propri maestri dell’artigianato e del commercio, capaci di concentrare negozi efficienti nello spazio compatto di una valigia.

Opportunamente ambientate e narrate, le biciclette dei mestieri ambulanti della collezione MO.VI.SH. possono davvero raccontare storie memorabili, adattandosi a qualsiasi esigenza di spazio, interno o esterno: quasi un gioco da ragazzi, capace però di coinvolgere e di toccare soprattutto i grandi.