Decine e decine di sci che attraversano un secolo, slitte da lavoro e da trasporto, ciaspole e tanti altri oggetti collegati in varia forma al viaggio sulla neve, sono tra i punti forti della collezione MO.VI.SH.: tanto forti da aver reso possibile nel 2014 la realizzazione della mostra a tema SCIvolando sui ricordi, ospitata presso il Centro Commerciale San Martino2 di Novara. In questo caso gli oggetti sono diventati il pretesto per raccontare un’epopea ultra millenaria, che affonda le sue radici in antiche leggende lapponi, asiatiche, piemontesi, slovene… per ramificarsi fino ai nostri giorni, attraversando il periodo d’oro dello sci italiano: dalle imprese della Valanga Azzurra ai sigilli olimpici di Alberto Tomba e Manuela Di Centa, ormai risalenti a più di vent’anni fa’, il limite temporale comunemente indicato come soglia del vintage.
Curiosità
Quando i negozi avevano due ruote
Se dovessi mettere al primo posto una serie di pezzi della collezione MO.VI.SH., non avrei alcun dubbio e sceglierei a colpo sicuro le “magnifiche” biciclette dei mestieri ambulanti. La motivazione è semplice: la capacità di questi oggetti a due ruote di far rivivere un’atmosfera economica e sociale perduta eppure umanissima, quando i centri commerciali e i “poli” artigianali erano itineranti e i servizi si facevano a domicilio. Ce n’è per tutti i gusti: la bicicletta dell’arrotino, la bicicletta del fornaio, la bicicletta del lattaio, le biciclette attrezzate dei contadini, la bicicletta del barbiere, la bicicletta del pollivendolo…
Ve li ricordate i gelati di una volta?
Negli Anni Cinquanta e Sessanta del Novecento lo sfizio di un gelato industriale diventava simbolo di un gratificante passaggio dal necessario al superfluo, della possibilità di permettersi qualche piccolo lusso, assaporando i benefici del boom economico.
Macchine da scrivere: una storia vintage
Tra gli oggetti vintage più contesi occupano un posto di primissimo piano le macchine da scrivere, simboli di una storia che attraversa quasi un secolo e mezzo, cominciando ufficialmente nel 1872 negli Stati Uniti d’America con il brevetto della “typewriter Remington n°1”, per chiudersi nel 2011 con la chiusura in India della Godrej & Boyce, ultima azienda produttrice di macchine da scrivere.
Vintage DOC: storie di casa nostra
Esiste un vintage universale, riconoscibile in ogni parte del mondo (o almeno in quasi ogni parte del nostro mondo occidentale), ed esiste un vintage locale, potremmo definirlo a “denominazione d’origine controllata”, rappresentato da oggetti che appartengono alla sfera della memoria e al carattere peculiare di una specifica terra. Una recente visita al Museo Etnografico Ruttar – sorprendente collezione privata situata a Clodig, frazione di Grimacco (Udine) nelle friulane Valli del Natisone ai confini con la Slovenia – ci ha consentito di toccare con mano tante piccole storie di un Friuli di frontiera ormai scomparso.
Vintage: emozioni d’annata
La parola “vintage” deriva dal francese antico “vendenge”, a sua volta mutuato dal latino “vindēmia”, a indicare pregiati vini d’annata.
Per estensione, questo termine è oggi riferito anche a prodotti diversi dal vino – dagli abiti all’arredamento, dalle automobili ai dischi in vinile – che evocano periodi e gusti trascorsi eppure non ancora tramontati nella nostra memoria, in particolare quegli “oggetti d’annata” diventati “oggetti di culto” per aver segnato un’epoca o uno stile di vita.